I bambini insegnano ai genitori a mangiare

I bambini insegnano ai genitori a mangiare
Negli scorsi mesi vi abbiamo parlato del progetto di educazione alimentare pioneristico sviluppato da Slow Food Roma con Gemos. Da gennaio, questo progetto si è concretizzato in un ciclo di lezioni, di cui abbiamo raccontato, giorno dopo giorno, le attività e le esperienze laboratoriali svolte da alcune classi elementari del Municipio VI di Roma Capitale. I moduli educativi di Slow Food sono stati tre e tutti legati dal fil rouge della tutela della biodiversità, arricchiti da laboratori preparati dalle nostre formatrici e supportati da amici come Mauro Secondi, dell’omonimo storico pastificio. 
 
L’entusiasmo dei bambini è stata una scoperta ma, al contempo, la loro voglia di imparare e apprendere è stata una confortante consapevolezza. Quel muro di indifferenza, che spesso osserviamo e che cerchiamo sempre di superare, è stato letteralmente raso al suolo dalla loro spontaneità, dall’entusiasmo con cui hanno affrontato le varie attività.
Il 6 giugno, ospitati dallo Spazio Luce, abbiamo celebrato la chiusura di questo progetto organizzando un evento finale intitolato: ”I bambini insegnano ai genitori a mangiare”. Un evento che ha riassunto le varie tappe dell’apprendimento dei bambini e ha chiamato i genitori ad ascoltare la loro felicità e impazienza nel potergli mostrare la semplicità con la quale hanno imparato a conoscere il cibo.
 
Trepidanti di emozione, si sono dimostrati esperti conoscitori delle amiche antocianine, accurati detective di etichette ed esperti sommelier di olio, tutto dinanzi a genitori sorpresi e divertiti, ormai consapevoli di poter e dover imparare qualcosa dai loro figli. Attraverso giochi didattici hanno imparato l’importanza della piramide alimentare e di quelle piccole accortezze che a noi sembrano banalità, ma che sono alla base per la formazione di un consumatore adulto consapevole. 
 
Speriamo che Capitolati mense come quello di quest’anno ci permettano in futuro di portare avanti progetti di educazione come questo. E che cooperative illuminate e consapevoli come Gemos continuino a sostenere e dare sostanza a questi processi. 
La scuola, i bambini e le bambine, con i loro maestri e maestre, sono terreno fertile per i nostri semi.
È stato difficile trattenere l’emozione al momento dei saluti, sia per noi che per i bambini che durante questi mesi non vedevano l’ora di vederci oltrepassare l’uscio della porta.

Come direbbe uno dei nostri piccoli protagonisti: ”Questo non è un addio!”
Un Mondo migliore è possibile!

di Stefanina Sgambati

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