A Roma e dintorni le Osterie sono un modello vincente

A Roma e dintorni le Osterie sono un modello vincente
(ANSA) – ROMA, 04 DIC – “Il panorama delle osterie del Lazio è ricco di interessanti sorprese, con giovani che aprono osterie contemporanee dove il vino è protagonista e cucinieri che entrano in relazione con i produttori, gli allevatori, finanche i cacciatori, per portare a tavola la tradizione reinterpretata in chiave moderna”.

Promette fin da subito novità e freschezza Slow Food Roma nella presentazione della guida Osterie d’Italia 2024, il “sussidiario del mangiarbere al’italiana”, 34/a edizione, presentata a Villa Altieri, che ha riconosciuto “chiocciole” a 21 insegne, nove delle quali nella Capitale, e premiato nel Lazio diverse new entry in guida: Dlr Dopolavororicreativo a Frascati, Le Cerqueta a Monteleone Sabino (Rieti), Da Cesare al Pellegrino a Roma, Vanda a Roma, Sonnino Food Museum a Sonnino (Latina), Li Somari Trattoria fuori porta
a Tivoli, Il Noce a Vetralla (Viterbo). Nuovi ingressi anche nella sezione street food de noantri: Altrocheimpasto ad Ardea, Francellini 1926 Santa Marta a Capena, Storico Panificio Francellini a Capena, Casa Manco a Roma, Maré e Maré Prati. Quattro delle 21 chiocciole delineano inoltre i maestri della pizza e dei supplì. Tra cucina di mare e locande con l’orto, prevalgono le realtà a conduzione familiare. 
 
Nel volume, ha sottolineato Damiano Pucci, consigliere metropolitano alla Pianificazione urbanistica, Agricoltura e difesa del suolo, “tante le esperienze virtuose raccontate. Del resto il termine osteria – ha precisato – deriva dal latino hospitem, ovvero i luoghi dell’ospitalità e del buon cibo con profondo e radicato rapporto col territorio locale“.
E attraverso i piatti sono mille le storie di agricoltura, pesca, allevamento, narrate. Sabrina Alfonsi, assessore all’Agricoltura, Ambiente e Rifiuti di Roma Capitale, ha sottolineato l’importanza di fare rete e di costruire insieme filiere per accrescere un’offerta di qualità per i turisti e i pellegrini, ma anche per i romani stessi che potranno peraltro vivere di più i mercati rionali e gli artigiani del gusto lì attivi. 
 
Un invito a proporre di più le specie ittiche di stagione per godere della biodiversità, quanto mai ricca a dicembre, anche nella cucina di mare è stato espresso da Valeria Strippini, vice presidente Fipe Roma, che ha poi ricordato i progetti sui prodotti tipici romani “per far sì che cresca doverosamente l’offerta gastronomica in una destinazione scelta dai turisti sia per la ricchezza di monumenti e siti archeologici che per la cucina, senza scadere nei menu turistici”. 
 
In totale il volume di Slow Food Editore presenta 1.752 Osterie d’Italia, con 163 novità. Le Chiocciole, il riconoscimento che Slow Food assegna ai locali che meglio condividono i suoi valori, sono 311 complessivamente . In questo contesto, ha concluso Francesca Rocchi di Slow Food Roma, “la Capitale dimostra che la qualità e la convivialità può essere ovunque, in centro storico come in periferia, e sono dei baluardi rispetto al turismo di massa e al rischio di perdita di identità enogastronomica. Inoltre c’è ricambio generazionale e nuove formule di osteria contemporanea, ma la conduzione familiare rimane vincente, così come esce rafforzato il rapporto di fiducia tra oste e amanti della buona tavola”.

Ringraziamo Alessandra Moneti dell’ANSA per essere stata con noi.

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