Detto, fatto! Caro sindaco, la Food Policy si fa anche qui, nella sede storica di Slow Food a Roma, in un Rione ricco di diversità e culture, l’Esquilino, al centro della Capitale.
Il 25 febbraio, a due giorni dall’insediamento del Consiglio del Cibo per la Food Policy di Roma Capitale, il sindaco Roberto Gualtieri, accompagnato dagli assessori della Giunta Capitolina, Sabrina Alfonsi (Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei rifiuti) e Miguel Gotor (Cultura), la presidente del Municipio I Lorenza Bonaccorsi e altri esponenti dell’Amministrazione, tra cui Niccolò Camponi, hanno visitato la sede di via Petrarca 3: un gesto importante per riaffermare l’attenzione dell’Amministrazione comunale e municipale ai temi della sostenibilità ambientale e agroalimentare come obiettivi prioritari da conseguire anche attraverso un cambiamento radicale delle Politiche del cibo in città.
“Il Piano del Cibo deve essere il motore del cambiamento della città”. Sono le parole che Gualtieri ha usato presentando l’insediamento del Consiglio del Cibo in Campidoglio. Un principio che sta alla base della visione politica di Slow Food da oltre 30 anni: partire dal cibo per assicurare benessere e qualità della vita, sostenibilità delle produzioni agro-alimentari e dell’ambiente, seguendo criteri che privilegiano l’armonia degli ecosistemi e il rispetto dei cicli naturali allo sfruttamento incondizionato e scellerato delle terre e degli ambienti che ci ospitano. E in questo senso, promuovono anche quella che Gualtieri ha chiamato “piena cittadinanza”, un approccio civile ed etico all’ecosistema della Città di Roma, unico nel suo genere perché rappresenta il più grande comune agricolo dell’intera Europa.
A Gualtieri e agli amministratori che lo hanno accompagnato abbiamo presentato l’impegno quotidiano di Slow Food a Roma: progetti, mercati, formazione ed educazione alimentare per bambini e adulti, eventi e iniziative, costruzione di reti di collaborazione e solidarietà sul territorio; la sede come hub del cibo ‘buono, pulito e giusto’, messa a disposizione durante la pandemia a piccoli produttori, contadini e allevatori, che possono portare i loro prodotti durante la settimana per venderli direttamente ai cittadini: la cosiddetta filiera corta, che ha bisogno di luoghi e mediazione come sostegni indispensabili a tutte quelle piccole e piccolissime realtà che non possono permettersi spese aggiuntive per delivery, distribuzione strutturata, marketing, comunicazione.
Un Presidio Slow Food – piccolissime produzioni a rischio estinzione che l’Associazione tutela e promuove – per esempio, è spesso a gestione familiare, a volte in mano agli ultimi esponenti di generazioni che non trovano facilmente a chi trasferire la propria eredità di saperi. Queste produzioni di eccellenza, che rappresentano un valore straordinario riconosciuto all’Italia dal resto del mondo, vanno sostenute e aiutate. A Gualtieri e agli Amministratori che lo hanno accompagnato abbiamo offerto il Giglietto di Palestrina e Castel San Pietro Romano, presidio storico della Città metropolitana, la cui tecnica di lavorazione è custodita da due sole famiglie di panificatori.
Quindi, caro sindaco, la Food Policy si fa anche qui: la rete romana di associazioni, comitati, società civile che ha costruito il percorso verso il Consiglio del Cibo costituisce un fondamento solido su cui edificare il Piano del Cibo. Slow Food e la sua sede di Roma sono a disposizione per i tavoli tematici e tutto il lavoro che dovremo fare nei prossimi mesi.
(Foto di Sabine Kuhne e Arianna Passeri)