Leonardo Vignoli, Oste e nostro grande amico, che dal 2009 gestisce l’osteria “Da Cesare al Casaletto” con la moglie Maria Pia, lo scorso 13 giugno ha inaugurato a Monteverde, “Da Cesare -Laboratorio”, una gastronomia di quartiere con salumi, prodotti home made e pane fatto in casa.
“L’idea del laboratorio ce l’ho da tanti anni – ci dice Leonardo – perché mi mancava uno spazio, anzi un elemento fondamentale della tavola. Infatti, mentre negli anni sono riuscito a dare un’identità al mio percorso professionale attraverso la fondazione quindici anni fa prima di “Cesare al Casaletto” insieme a mia moglie Maria Pia Cicconi, e poi due anni fa circa di “Cesare al Pellegrino”, sentivo che nonostante la necessità identitaria che si era tradotta in cucina e l’impegno nel creare una cantina di amici che producevano in modo artigianale un elemento fondamentale della tavola come il vino, mi mancava ancora qualcosa, mi mancava il pane”.
Leonardo così, con la semplicità che ha sempre trasmesso nei suoi piatti, ci confessa che durante la ricerca di se stesso e della sua identità professionale si è reso conto che mancava all’appello quell’elemento della triade mediterranea che, insieme a Olio e Vino, è sinonimo di vita e condivisione. Il Pane, l’antifrasi per eccellenza che si spezza per unire, è stata la miccia di un’idea che ora è realtà, anche grazie a una splendida formazione affiancata dagli esperti di Forno Brisa.
Oltre al pane e al companatico, il nuovo locale porta con sé una novità: i piatti storici di Cesare si possono ordinare per l’aperitivo in mono-porzioni, consumati in loco in quantità minime serviti in coppette da gelato per fare un aperitivo diverso accompagnati a un buon bicchiere di vino, oppure portarli semplicemente a casa. Questi “cicchetti romani” Leonardo li ha chiamati Cesaretti.
L’ idea che c’è alla base di questo progetto interpreta la filosofia di Slow Food e ne sposa in pieno i principi. Il pane, per esempio, è prodotto con farine biologiche di varietà antiche del mulino Agostini di Ascoli Piceno, di Montefiore dell’Aso. La nuova gastronomia, quindi, segue la tendenza di portare la cucina tradizionale di qualità alla portata di tutte e tutti, favorendo la rinascita delle botteghe di quartiere e con loro, delle radici e della convivialità.
di Stefanina Sgambati