Non farti mangiare dal cibo – Menu for Change, la campagna

Non farti mangiare dal cibo – Menu for Change, la campagna

Menu for Change è la prima campagna di comunicazione e raccolta fondi internazionale che evidenzia la relazione tra produzione alimentare e clima che cambia.

Cosa vuole portare Slow Food all’attenzione del mondo?

L’importanza di adottare un approccio olistico che riconosca l’interconnessione tra quegli aspetti della produzione e del consumo alimentare che solitamente sono considerati separatamente: gli aspetti sociali (come il rapporto tra produttori e consumatori), gli aspetti ambientali (legati alla tutela della biodiversità, alla salvaguardia delle risorse naturali come l’acqua e il suolo, alla distribuzione alimentare, agli imballaggi e ai rifiuti alimentari) e gli aspetti culturali, come la conservazione dei saperi tradizionali. Obiettivi quali la tutela della biodiversità, la lotta al cambiamento climatico, lo sviluppo delle economie locali e delle produzioni di piccola scala, ma anche la conservazione dei saperi locali, delle tradizioni e della cultura non vanno interpretati separatamente, bensì ogni obiettivo deve essere inquadrato e raggiunto all’interno di una strategia complessiva che contemporaneamente prenda in considerazione anche tutti gli altri elementi.

L’ambiente deve essere rispettato e le pratiche agricole, zootecniche, di trasformazione, di commercializzazione e di consumo sostenibili dovrebbero essere prese in seria considerazione. Tutti i passaggi della filiera agro-alimentare, consumo incluso, dovrebbero infatti proteggere gli ecosistemi e la biodiversità, tutelando la salute del consumatore e del produttore.

La produzione alimentare industriale attira un solo tipo di consumatore: un consumatore inconsapevole e preoccupato solo di certi parametri, il più importante dei quali è il rapporto prezzo-quantità. Questo sistema trae beneficio dalla pigrizia del consumatore che non vuole essere coinvolto in scelte collettive e individua solo alcune variabili, ignorando tutte le altre. Secondo la visione di Slow Food, le economie locali possono trasformare l’atto del consumo, che è diventato impersonale, smodato e insoddisfacente, in una scelta attiva. Slow Food ha coniato il termine “co-produttore” per descrivere un nuovo tipo di consumatore che si riappropria della consapevolezza delle proprie scelte e stabilisce un legame diretto col proprio cibo e con chi lo produce. Il co-produttore sa riconoscere il valore del cibo e può scegliere di remunerarlo adeguatamente. Questo perché la vicinanza fisica (o virtuale) ai luoghi di produzione aiuta il consumatore a sentirsi maggiormente coinvolto nel processo che porta il cibo in tavola. Avendo più informazioni a disposizione, il consumatore impara ad apprezzare un cibo molto diverso da quello prodotto dall’agro-industria. I consumatori possono diventare co-produttori solo se il contesto viene localizzato. Il cambio di paradigma proposto da Slow Food riveste un’importanza fondamentale in termini ambientali: il potere di acquisto del consumatore può condizionare pesantemente i metodi di produzione e distribuzione e, nel nostro contesto specifico, influenzare la diffusione di metodi eco-compatibili.

 

tratto da Cambiamento climatico e sistema alimentare
Documento di posizione
Slow Food

Night for Change è la festa di Slow Food Roma che il 15 dicembre oltre a cibo, vino e musica realizzerà anche una raccolta fondi per Menu For Change
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