Per una buona mensa, ci vuole educazione

Per una buona mensa, ci vuole educazione

Slow Food Roma e l’Alleanza dei cuochi a tavola con i più piccoli nell’asilo nido “Per fare un fiore”

La mensa come luogo in cui saziarsi, o spazio in cui nutrire educando?

Per noi la risposta è scontata, ma sappiamo che ancora in moltissimi territori, le mense sono considerate il punto di una logistica imprenditoriale da parte di servizi pubblici e privati. In questo tipo di gestione l’aspetto educante dei refettori viene spesso trascurato, facendo diventare il convivium delle scuole primarie, un luogo dedicato allo smistamento pasti.

Dai risultati del 6° Rating dei menù scolastici elaborato da Foodinsider e presentato lo scorso 16 giugno alla Camera dei Deputati, emerge un incremento (del 6% circa rispetto al 2020) preoccupante di menù non equilibrati nelle mense, sempre più a base di cibi processati e ultra-processati (bastoncini, hamburger, dessert confezionati, per citare qualche esempio).

Un grande passo indietro per il settore della refezione, che negli ultimi anni aveva mostrato di impegnarsi in modo più omogeneo a livello nazionale al fine di assicurare pasti salubri, sostenibili, derivati dai prodotti di prossimità e biologici. Non solo: complice la chiusura dettata dal Covid19, si è assistito anche all’aumento di stoviglie monouso nelle mense, con un impatto ambientale peggiorato rispetto al passato. Fortunatamente, non tutti i poli scolastici hanno intrapreso simili scelte, anzi molti hanno approfittato dei “mesi sospesi” per ragionare su nuove iniziative e migliorare i loro servizi di mensa. Tra queste, l’asilo romano “Per Fare un fiore”, situato nel quartiere Trieste dove a settembre partirà una virtuosa collaborazione con Slow Food Roma e Ciao Checca, storico locale dell’Alleanza dei cuochi nella Capitale.

“Offrire la nostra competenza è per noi motivo di orgoglio e di grande speranza per il panorama dell’alimentazione infantile”, afferma Caterina Bilotta, responsabile del progetto per Slow Food Roma. “Il nostro contributo servirà a guidare la creazione dei menu dalla A alla Z, suggerendo cosa comprare, come trasformarlo e quando. Il tema della stagionalità è infatti centrale per l’elaborazione dei pasti e per questo abbiamo realizzato un menù 4 stagioni, proponendo diverse combinazioni nei semestri autunno-inverno e primavera-estate”.

Slow Food Roma per  la prima volta si trova a co-creare un percorso alimentare rivolto a bambini nella prima età pre-scolare, entrando a pieno titolo tra le sfide dell’associazione, che punta a sensibilizzare sulla necessità di una vera alimentazione slow.  Per rendere il servizio più efficiente e in continuità con i principi della rete, ha coinvolto l’Alleanza Slow Food dei cuochi, affidando al locale Ciao Checca la preparazione e il trasporto dei pasti ai più piccoli.

Un progetto a 360° se si pensa al contesto in cui viene sviluppato: avviato nel 2018, il nido “Per fare un fiore” offre un approccio olistico per la didattica, sfruttando gran parte dell’anno l’ampio giardino al suo esterno. “Proponiamo alle famiglie del quartiere di partecipare alla vita, alle attività e alla filosofia del nido – racconta Elisabetta Passalacqua, coordinatrice psicopedagogica dell’asilo – che è quella di crescere a contatto con la natura, pur vivendo in città. Trascorriamo con i bambini la maggior parte del tempo all’aperto, anche nei mesi invernali con sciarpa e cappello; in fondo al giardino abbiamo un piccolo orto didattico nel quale impariamo a riconoscere le piante aromatiche, seminiamo ortaggi e fiori, mentre d’estate raccogliamo, soprattutto i pomodori”.

Quando si dice “dal campo alla tavola”, significa proprio questo: saper riconoscere la biodiversità di colori, forme e gusti a partire dalla terra da cui provengono; significa seguirne il processo evolutivo, scoprendo che lattuga, carote o zucchine non crescono nelle buste di plastica, ma fioriscono dalle zolle, si ingrandiscono sotto il suolo o crescono appesi ai rami. “I bambini amano la natura e stare nella natura, quando preparano con le loro mani un alimento o lo hanno visto crescere sulla pianta, sono più incuriositi e invogliati ad assaggiare, anche sapori nuovi”, aggiunge Elisabetta. “Sono certa che si faranno facilmente coinvolgere nelle attività che proporremo: la partecipazione e l’esperienza a cui possono accedere giocando sono i semi del cambiamento di una società più attenta e consapevole. Perciò abbiamo scelto di avviare la collaborazione con Slow Food, perché siamo convinti che aiuterà a rafforzare e sviluppare ulteriormente questi aspetti nella vita del Nido.”

 

Giulia Catania

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