Si è concluso ieri, 4 luglio all’interno della manifestazione Slow Fish 2021, il X Congresso Nazionale di Slow Food Italia, raccogliendo centinaia di delegati da tutte le associazioni territoriali italiane, tra cui la nostra, Slow Food Roma.
Ci siamo presentati a questo importante appuntamento con due mozioni di grande rilievo, elaborate da numerosi delegati che hanno partecipato sia in presenza sia on line ai lavori del Congresso Nazionale. L’obiettivo delle mozioni Proteggere il suolo per tutelare gli ecosistemi, Pensarsi e agire come Comunità, per la Slow Food degli ecosistemi , era quello di portare all’attenzione due principi sostanziali, senza i quali difficilmente potremo affrontare il cambiamento come auspicato: la tutela del suolo e del paesaggio e la riaffermazione degli ecosistemi di comunità. Attorno a questi si sviluppa e cresce la nostra Associazione e da essi crediamo che possa attingere forza e speranza per guardare oltre, verso quella “sfida di un destino comune” che ci proponiamo di raggiungere.
Paolo Venezia, delegato Slow Food Roma in presenza al Congresso Nazionale, introduce così la prima proposta, descrivendo un quadro allarmante relativo al consumo di suolo: “Insieme a numerose altre associazioni sono anni che chiediamo una legge per arrestare il consumo di suolo per fermare la devastazione delle nostre campagne, una continua offesa al nostro territorio. Abbiamo centinaia di capannoni abbandonati, piloni eretti senza alcuna strada sopra, enormi poli logistici e strutture che parlano della stupidità umana: noi abbiamo la possibilità di recuperare questi spazi per consentire un’edilizia sociale che sviluppi nuovamente sostenibilità sui terreni già impermeabilizzati. Diamo un segnale forte! Impegniamo l’Associazione non solo ai tavoli della politica, ma al fianco delle Comunità che stanno difendendo il loro territorio”.
Comunità e lotta al territorio: due temi apparentemente distinti tra loro, trovano così un denominatore comune nelle mozioni ben recepite dall’Assemblea Nazionale, approvate a maggioranza favorevole dai suoi membri. Da un lato il suolo, che è uno degli ecosistemi di Terra Madre, dall’altro le Comunità, sue custodi. Per non lasciare isolata quella moltitudine che lotta contro i giganti per i propri territori, dunque, abbiamo presentato questi documenti: con l’obiettivo di attuare un vero cambio dei paradigmi, perché non basta un voto congressuale per cambiare il nostro sguardo sul mondo – ricorda Michele Nardelli (autore della seconda mozione scritta assieme a Barbara Bonomi) – ma occorre dare sfogo a molteplici atti di generosità e solidarietà, al fine di creare progetti che valorizzino l’interdipendenza tra gli ecosistemi. Nuove geografie per salvare la nostra terra madre, la nostra terra patria.
Giulia Catania