“Un suolo sano costituisce la base essenziale dell’economia, della società e dell’ambiente, in quanto produce alimenti, accresce la nostra resilienza ai cambiamenti climatici, agli eventi meteorologici estremi, alla siccità e alle inondazioni e favorisce il nostro benessere. Riesce inoltre a immagazzinare carbonio, ha una maggiore capacità di assorbire, conservare e filtrare l’acqua e fornisce servizi vitali come alimenti sicuri e nutrienti e biomassa per i settori non alimentari della bioeconomia”: è per questo che da anni siamo impegnati nella tutela di questa risorsa e per l’arresto del consumo di suolo.
Il 3 dicembre Slow Food Roma ha partecipato insieme al Forum SALVIAMO IL PAESAGGIO, DIFENDIAMO I TERRITORI alla presentazione dell’edizione 2024 del Rapporto “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici” a cura del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA), che assicura le attività di monitoraggio del territorio e del consumo di suolo.
La Presidente di Slow Food Italia Barbara Nappini – che ringraziamo per la sua presenza – ha portato la voce delle associazioni che da anni sono impegnate per la tutela della risorsa suolo.
Da anni Slow Food chiede una legge nazionale per la tutela del suolo al fine di arrestarne il consumo mettendo così al sicuro il territorio del nostro Paese che – travagliato da sconsiderati interventi di impermeabilizzazione, da processi di desertificazione e da sempre più frequenti eventi estremi provocati dalla crisi climatica – ha bisogno di politiche lungimiranti e non di interventi emergenziali.
Con la sua presenza Slow Food Roma ha voluto confermare il proprio sostegno al lavoro svolto dall’ISPRA, un’istituzione che svolge un servizio essenziale al paese e che alcuni politici non vedono di buon occhio.
IN ITALIA SI CONTINUA A CONSUMARE SUOLO A RITMI INSOSTENIBILI
Il consumo di suolo continua a trasformare il nostro territorio con una velocità allarmante. Secondo i dati dell’ISPRA nell’ultimo anno le nuove impermeabilizzazioni o coperture artificiali hanno riguardato altri 72,5 chilometri quadrati, una media, circa 20 ettari al giorno.
Anche se il suolo consumato nel 2023 è inferiore rispetto al dato dell’anno precedente si conferma comunque al di sopra della media dell’ultimo decennio (2012-2022), pari a 68,7 km2 annuali.
“Il nostro Paese – si legge nel rapporto – nell’ultimo anno ha perso suolo al ritmo di 2,3 metri quadrati ogni secondo. Una crescita delle superfici artificiali solo in piccola parte compensata dal ripristino di aree naturali, pari a poco più di 8 km2, dovuti al passaggio da suolo consumato a suolo
non consumato (nella maggior parte dei casi grazie al recupero di aree di cantiere o di superfici che erano state già classificate come
consumo di suolo reversibile e, solo in piccolissima parte, per azioni di deimpermeabilizzazione). Un valore ancora del tutto insufficiente
per raggiungere l’obiettivo di azzeramento del consumo di suolo netto, che, negli ultimi dodici mesi, è invece risultato pari a 64,4 km2
(17,6 ettari al giorno, più di 2 m2 al secondo i valori stimati al netto dei ripristini)”.