VERSO MULTI 2: Cultura afghana: cibo per il corpo e per la mente

VERSO MULTI 2: Cultura afghana: cibo per il corpo e per la mente
Morteza Hosseini, custode della cultura afghana tra le Comunità protagoniste della prima edizione del Festival MULTI, che ha colorato piazza Vittorio nell’ambito dell’Estate Romana 2023 e che tornerà a settembre 2024, ci ha guidati alla scoperta delle sue origini attraverso le papille gustative e la poesia di Zia Qasemi: “Facendo parte di questa realtà comunitaria che si chiama SpinTime ho avuto modo di conoscere Slow Food Roma e, in questo atto d’accoglienza, è nata un’amicizia che mi ha portato sin qui. Io mi occupo di comunità e di creare eventi culturali, così ho cercato di dare una mano per coinvolgere, in quell’enorme festa di convivialità e condivisione che è stata MULTI, altre persone e altre comunità con cui lavoro vivendo una bellissima esperienza”.
 
La gastronomia, intesa in senso lato, è la relazione che si instaura tra cultura e cibo ed è il modo più veloce e intimo con cui una persona ingloba le tradizioni di un popolo. Per questo Morteza si è prestato a mettere in connessione la cultura culinaria afghana e MULTI: “Siccome la cultura afghana è molto varia e vasta a causa del fatto che è l’ Afghanistan è un Paese multi-etnico con diverse popolazioni che lo coabitano, abbiamo cercato di cucinare diverse pietanze e coinvolgere più persone per presentare la cultura e la cucina afghana nella sua interezza. Abbiamo invitato, inoltre, uno scrittore, poeta e intellettuale afghano Zia Qasemi con il duplice scopo di far conoscere le sue meravigliose poesie, anche se ancora in cerca di editore italiano, e consolidare il legame tra la piccola comunità afghana a Roma e il loro Paese di origine”.

Durante MULTI sono stati presentati alcuni piatti del cibo di strada afghano, onnipresente nelle grandi città, che è stato particolarmente apprezzato; i piatti tipici che sono stati presentati durante le tre giornate:
– Ghaboli palaw, riso basmati con carote e uvetta sultanina e carne di agnello (esiste la versione vegana senza la carne);
– Bolani, calzone ripieno con verdure (difficili da trovare in Italia);
 Mantu, ravioli afghani.
Altro protagonista della cultura culinaria afghana è stato il tè Chay qaimaq che, analogamente al caffè per l’Italia, viene consumato in ogni occasione quasi come uno strumento meditativo che aiuta a pensare e dialogare.

Nell’esperienza di MULTI,  Morteza ha fatto emergere il suo lato incline all’accoglienza e alla convivialità. Molto attivo a Roma dal 2020, ha fondato, all’interno di SpinTime Labs, MAd’O, il Museo dell’atto di ospitalità, grazie al contributo di Sébastien Thiéry, artista francese impegnato nel riconoscimento dell’atto di ospitalità come patrimonio immateriale dell’UNESCO. Come succede tra mondi lontani che si incontrano nell’accoglienza, MAd’O funge da spazio neutro dove realtà che normalmente “non si darebbero del tu” si incontrano e dialogano. Lo scorso 23 dicembre è stata organizzata “La notte di Yalda” una festa all’insegna della celebrazione dello O
Shab-e Chelle, ovvero della notte più lunga dell’anno, durante la quale abbiamo consumato piatti tipici legati a questa festività”. Questa festa filo-romana (Saturnalia) nella cultura persiana/ afghana viene festeggiata come augurio e auspicio di un periodo in cui i giorni crescono diventando più lunghi e cresce anche la speranza che prevale sul buio. In questa occasione si mangiano tanti piatti invernali come diverse zuppe, tra cui la Ash Reshte e frutta di colore rosso a simboleggiare il caldo.
Prova la ricetta

Ghaboli palaw è considerato il piatto nazionale afghano e viene preparato in occasione delle festività: siccome viene gustato in situazioni di convivialità simboleggia fratellanza ed amicizia. Palaw significa “pilaf”, una tipologia di cottura del riso peculiare del medio ed estremo oriente. Ha un gusto agrodolce scandito dal salato della carne, dalla dolcezza della frutta secca, e dal piccante delle spezie.

Ingredienti per 4 persone:
– 500 grammi di riso basmati;
– 500 g di carne di agnello (o pollo), tagliata a pezzi;
– 2 cipolle medie, affettate sottilmente;
– 2 carote, grattugiate o tagliate a julienne;
– 150 grammi di uvetta;
– 1/4 di tazza di mandorle (optional);
– 1 cucchiaino di cumino in polvere;
– 1 cucchiaino di curry;
– 1 cucchiaino di curcuma;
– Sale e pepe a piacere;
– Olio vegetale.

Istruzioni
In una pentola capiente, rosola la carne in un po’ di olio fino a quando è dorata. Aggiungi le cipolle e cuoci finché non diventano trasparenti. Aggiungi poi le spezie: cumino, curry, curcuma, sale e pepe. Friggi le carote grattugiate e quando sono abbastanza fritte aggiungi anche uvetta e friggere per 1 minuto. Cuoci il riso con tanta acqua bollente, quando è quasi cotto, scola, nella pentola metti uno strato di riso e uno strato di carne e alla fine aggiungi le carote e uvetta fritta. Copri e cuoci a fuoco basso fino a quando il riso è completamente cotto e assorbe i sapori, circa 15-20 minuti. Se desideri, tosta leggermente le mandorle e il pistacchio sgusciato in una padella e aggiungili come guarnizione al momento di servire.

Buon appetito con il tuo Ghaboli palaw!

di Stefanina Sgambati

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